LETTERA DALL’EX MANICOMIO SAN GIOVANNI DI TRIESTE (1985)
(…) “Ridiscesi subito la cittadella e in cuor mio seppi che avevo scelto il mio luogo da esplorare: l’unico che oscuramente sembrava invitarmi, in cui sentivo che avrei trovato le mie immagini. Evitando accuratamente di essere visto, mi lasciai adescare dai vialetti laterali, togliendo finalmente il morso agli occhi. Lì il flusso del tempo presente ed il senso delle funzioni e dei ruoli sociali si erano arrestati, e le arterie erano esplose imbrattando i muri. Davanti agli intonaci di quei padiglioni passai sei giorni senza sosta e tutta Trieste divenne per me quella cittadella. Nel frattempo ero venuto a conoscenza che mi trovavo in un ex manicomio e dedussi che quello doveva essere il luogo da cui ancora proveniva l’eco della famosa rivoluzione di Basaglia sul trattamento della malattia mentale”